Rocca Sinibalda-Castel di Tora

Lago del Turano

31 maggio


Lago del Turano
Lago del Turano

Diario di viaggio

Oggi tappa breve, anche per rifiatare, in attesa di due tappe molto belle sui sentieri di montagna. Ad ogni modo non certo priva di interesse.

Al mattino mi sveglio con tutto comodo. Resto a poltrire e lascio fare colazione ai pinerolesi, che sono diretti a Pozzaglia Sabina e dovranno sorbirsi una salita di non poco conto nell'afa del pomeriggio. Quando mi sveglio, la zona è immersa nella nebbia, che si dirada solo intorno alle 8.
Attraverso il paese, compro un po' di pane all'alimentari (alla locanda mi hanno riempito di frutta e non ho bisogno di altro) e mi metto in marcia. Lascio quasi subito l'asfalto per una stradina in mezzo al bosco, con le ormai consuete querce secolari. In questo primo tratto i segnali sono radi, ma la descrizione è sufficiente. Ritorno poi sull'asfalto, dove incrocio molti ciclisti, in questo sabato in cui comincia un ponte festivo.
Ho un fugace incontro con una volpe, che fugge subito al mio apparire, e poi raggiungo una persona con un grosso zaino, mentre è ferma per una pausa. Allo zaino è anche appeso il materassino, segno inequivocabile di una tenda. È Flavio, un padovano. Ci presentiamo e socializziamo subito, anche perché sappiamo che stasera condivideremo la stanza. Ma di questo più avanti.

Nel primo tratto insieme parliamo fittamente, quasi disinteressandoci del bosco che stiamo attraversando. Lui dall'aspetto è molto più giovane di me, ma ha già percorso molti trek e molti cammini come questo. È partito qualche giorno dopo di me e mi ha raggiunto bruciando le tappe. Ieri, ad esempio, è partito da Poggio Bustone ed è arrivato poco sotto Rocca Sinibalda, campeggiando in un prato. Non ha molti giorni a disposizione, perché presto dovrà andare a lavorare in una malga sulle Dolomiti per la stagione estiva. Per questo molto presto mi lascerà e proseguirà per la sua strada. Noto subito che ha un passo più rapido del mio e farò non poca fatica a stargli dietro. Ci fermiamo a bere a una fonte e poi arriviamo a Posticciola.
È un delizioso borgo, con castello medievale, arricchito da un interessante museo all'aperto degli attrezzi agricoli. Flavio in particolare ne è un grande appassionato. Purtroppo questo paese gli riserva anche una sgradita sorpresa: il bar dove pensava di fare rifornimento oggi è chiuso. Poco male, condividerò con lui il saccone di frutta che mi porto appresso. Mentre gironzoliamo per i vicoli, incontriamo una signora campana incuriosita dai nostri zaini e un vecchio che ci descrive il funzionamento di un aratro appeso al muro.
A questo punto la guida indicherebbe di seguire la strada e poi eventualmente di imboccare la deviazione per il ponte romanico. In paese troviamo però altre indicazioni e finiamo così sulla piacevole mulattiera storica, segnalata con bolli rossi, che vi scende direttamente. Al ponte facciamo una pausa, all'ombra, perché il sole picchia. Dal ponte risaliamo per la mulattiera e prendiamo per la bretella vista in salita, che chiaramente ci riporterà alla strada. Quando ci arriviamo, notiamo che tristemente da qui non c'è nessuna indicazione per il ponte.
Proseguiamo e, prima della diga, ci troviamo in mezzo ad un'orda di motociclisti, che per fortuna non vanno nella nostra direzione. Ammiriamo da vicino il lago, che da Posticciola avevamo visto da lontano. Fu creato negli anni Trenta del Novecento. È collegato al lago del Salto, nella valle accanto, con una condotta forzata che produce energia, mentre le sue acque sono una riserva idrica, per vari scopi. Dalla riva vedremo dei Canadair che si addestrano. Ci incamminiamo su una strada asfaltata che più avanti è interrotta da una frana; il passaggio a piedi non presenta tuttavia difficoltà, perché la terra si è assestata e su di essa è stato ricavato un sentiero. Nonostante la vista sul lago, la strada è noiosa e il tempo lo trascorriamo chiacchierando dei passati viaggi a piedi.

Il lago pullula di vita festiva: un tizio che si fa il pesce alla brace sulla riva, barche, pescatori. Castel di Tora è il paese medievale di vicoletti che ormai ci è familiare. Ci fermiamo al bar-ristorante di Viola, dove è in corso il pranzo a menu fisso della domenica, con cui a 20 € si mangia per una settimana. Il bar è chiuso, ma Viola ci fa lo stesso due panini (gliene avevamo chiesto solo uno per Flavio, ma lei ha evidentemente paura che io deperisca) e poi anche due caffè, scusandosi per non poter trascorrere del tempo a chiacchierare con noi. Viola non è un'eccezione: in tutti i paesi che ho attraversato ho trovato molta disponibilità nei confronti dei pellegrini di san Benedetto, che sono visti come un'opportunità da cogliere, per questi paesini sperduti dove il turismo è sporadico.
Stasera non dormiamo in una struttura, ma a casa di Rita, una signora che è indicata sulla guida come ospite di pellegrini. Dopo il panino e il giro per il paese, le telefoniamo per sentirla. Lei si offre subito di venirci a prendere, dato che minaccia temporale. Poco dopo la vediamo spuntare al parcheggio ai margini del centro. Ci carica in macchina e partiamo.

Per prima cosa ci porta a Colle di Tora, da cui si può ammirare Castel di Tora oltre il lago, accanto al borgo di Antuni, distrutto per errore da un bombardamento a da allora spopolato. Negli anni scorsi è stato in parte ristrutturato, ma in modo che a lei non è andato giù. Come del resto non è andato giù il lago agli abitanti della zona, che si sono visti privare dei terreni agricoli e non sono stati in grado di inventarsi un'alternativa.
Poi ci porta nel suo negozio: ha l'unico spaccio di pesca del lago ed è un'istituzione. Affluiscono continuamente clienti, che la conoscono quasi tutti. Naturalmente sa tutto dei pesci che vi vivono, sia di quelli tradizionali che di altri esotici importati chissà come. Negli anni scorsi si è anche fatta promotrice della pesca incruenta alla carpa (carpfishing), il pesce centenario, che oggi è la norma.
Quindi, mentre si sta per scatenare un temporale molto più intenso del precedente, chiude il negozio, lascia un biglietto e ci porta da Ernst, un professore tedesco di Roma, che sul lago si è fatto una casetta in legno di abete; oggi è il giorno dell'inaugurazione ufficiale. Restiamo un po' a parlare del cammino con i suoi amici, finché un cliente non la richiama all'ordine.
Dopo la scappata in negozio, ci porta a casa sua, dove ha già preparato la cena, e ci lascia le chiavi per la sera e la notte, perché deve andare a votare a Carsoli, in Abruzzo, dove ha la residenza. Restiamo così soli a gustarci le sue meravigliose zucchine crude con olio e aglio. La sera a nanna presto, subito dopo aver lavato i piatti.

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Valle del Turano
Valle del Turano
Querce
Querce
Posticciola
Posticciola
Posticciola dal ponte romano
Posticciola dal ponte romano
Ponte romano
Ponte romano
Castel di Tora
Castel di Tora
Castel di Tora
Castel di Tora
Lago del Turano
Lago del Turano

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Sergio Chiappino

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