Passo del Faiallo-Voltri

Passo della Gava

27 aprile


Crevari
Crevari

Diario di viaggio

Oggi sarò parzialmente gabbato dal meteo. Solo parzialmente, però, perché le previsioni errate mi faranno percorrere un sentiero di grande interesse storico, che altrimenti avrei saltato per fare un giro più lungo. Quando mi sveglio, infatti, la nebbia è fitta. Ne approfitto subito per fare un giro fotografico nella faggeta, uno dei miei soggetti preferiti. Anche se il posto è piccolo, ho il terrore di perdere l'orientamento dopo i racconti sentiti ieri sera dai locali, per cui mi muovo tenendo sempre d'occhio i segni dell'Alta Via. Precauzione inutile, perché ben presto, anche troppo, la nebbia si diraderà in parte.
Per oggi avevo grandi programmi: pensavo di percorrere la dorsale fino all'Argentea, per poi puntare verso il passo della Gava lungo un sentiero in gran parte nuovo. Tuttavia, la prospettiva di farlo senza vista mare mi demotiva parecchio. Un maturo signore del posto, che su qui sopra le ha viste tutte, si dice certo che la nuvola sul mare persisterà tutto il giorno. D'altronde, perché altrimenti avrebbero dato questo nome all'albergo? Le previsioni dei siti internet non sono d'accordo, ma ieri erano dello stesso parere e hanno ciccato alla grande. Indugio con ogni scusa dopo colazione, ma alla fine mi rassegno a lasciar perdere e decido di scendere per la mulattiera diretta.

Parto distratto, perché di qui sono già passato, per cui manco il bivio per il sentiero che scende e continuo invece verso il Reixa. Quando me ne accorgo, ho la fortuna di imbattermi in un sentiero segnato da tre pallini (il codice convenzionale dei sentieri di collegamento), che sembra puntare nella direzione giusta. Lo imbocco titubante e scendo ripido controllando continuamente se vedo il sentiero trasversale che conto di imboccare. Dopo pochi minuti lo noto e mi rassereno.
Questo tracciato porta impresse le tracce della storia dei mercanti che hanno viaggiato su questa via: sulle pietre ofiolitiche che lo lastricano si vede spesso l'erosione delle lese, le slitte di legno su cui venivano trasportare le merci. L'ambiente è quanto mai aereo, perché il pendio precipita brullo e ripido verso la valle del Cerusa, dove corre l'autostrada che scende a Voltri. Le nuvole sono ormai più in alto di me e posso ammirare tutta la scena. Il sole filtra a chiazze tra i cumuli che corrono veloci, spinti da un vento teso che gela le ossa. Il mare grigio e il cielo cupo rendono molto severo questo paesaggio erto. La temperatura muta imprevedibilmente: un cumulo nero tra me il sole o un versante esposto e rabbrividisco, una chiazza d'azzurro o un riparo e sudo sotto il pile. La cascata del rio Malanotte è quasi asciutta: si sente un filo d'acqua cadere, ma si vedono solo rocce secche.
Salgo al bivacco Gilwell per una pausa. Il bivacco è molto spartano: solo una saletta con una stufa e un tavolato senza materassi. Davanti, uno strano monumento iperbolico di travi e corde per il monitoraggio dei pipistrelli. Dalla fonte sgorga solo un filo d'acqua, come se fossimo ad agosto. Sole e ombra si alternano rapidi. Odo dei richiami di caprioli sopravento, ma non li vedo.

Nel tratto che precede e segue il bivacco, si vedono alcune pietraie dovute allo sfaldamento delle rocce scistose. Poco lontano da qui, nella valle Scura, sono molto estese e donano al paesaggio la sfumatura austera dell'alta montagna, anche se sono a pochi chilometri dalla speculazione edilizia balneare di Lerca. La mulattiera scende con pendenza molto graduale fino al passo della Gava. Poco prima di arrivarci, c'è un tratto lastricato molto ben conservato. Al passo l'effetto Venturi rende il vento sferzante. Salendo verso il passo delle Tardie, noto con disappunto che le nubi se ne sono andate da quasi tutta la dorsale: solo il Reixa è a tratti immerso, mentre l'Argentea e il Rama sono sgombri. Dal passo punto deciso verso il Tardia di Ponente, che è il punto di oggi con la migliore vista mare. Mi impunto a mangiare qui il panino, ma resisterò poco. A dire il vero, all'arrivo c'è il sole, che però scompare presto. Il mare però è definitivamente diventato blu.
Scendo allora al Dazio, dove la temperatura è molto più mite nonostante il vento non cessi. Ormai quasi tutte le nuvole sono scomparse e mi godo a lungo il sole della primavera, con una luce sul mare meglio che estiva, perché luminosa e limpida. Non chiedevo di vedere la Corsica, come lo scorso ottobre: ora mi sento soddisfatto della tappa. Alcune rondini volano intorno a me e resto fermo a contemplarne i volteggi. La discesa nota per Crevari scorre rapida, più per la mente che per il passo: scendo tranquillo, ma oramai ho perso la capacità di notare i dettagli fini. Mi restano quelli grossolani: il mare blu fino al promontorio di Portofino, ultimo lembo di terra prima della foschia, la costa artificiale del porto per container e dell'aeroporto e una carcassa di auto, ricoperta dalle scritte degli stessi che hanno imbrattato i travi del Dazio.
All'entrata nel bosco, una sorgente mi regala una scorta d'acqua da portare a Torino. In questo tratto, il sentiero è più compromesso, ma resiste tuttavia qualche tratto lastricato. Incontro un gruppetto di capre marroncine macchiate di nero, che si mettono al sicuro sopra di me. Devono essere di una cascina che incontro poco dopo, quando sbuco sulla strada asfaltata. Proseguo poi per creuze tra le case di Crevari, dove scopro che questa si chiama “Via superiore dell'Olba”: era chiaramente la strada d'elezione per l'entroterra. Dopo la chiesa affacciata sul mare, visione mediterranea per eccellenza, mi aspetta un po' di traffico ligure, di sensi unici alternati autogestiti, per aggirare le auto parcheggiate in tutti i tratti in cui c'è spazio per due. Una scalinata mi conduce sull'Aurelia in riva al mare, nell'estremo lembo occidentale di Voltri, oltre il Cerusa. Il primo bar è mio. Un'esperienza avventurosa, che però mi ricorda che posso mangiare della focaccia: mentre programmavo il viaggio, non mi era mai venuto in mente che avrei potuto chiudere così gloriosamente.

Galleria fotografica

Passo del Faiallo
Passo del Faiallo
Passo del Faiallo
Passo del Faiallo

Roccia ofiolitica erosa dalle lese e viola di Bertoloni
Roccia ofiolitica erosa dalle lese e viola di Bertoloni

Cascata malanotte secca
Cascata malanotte secca
Verso il Dazio
Verso il Dazio
Dazio
Dazio
Genova
Genova
Crevari
Crevari

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Sergio Chiappino

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