Cala Goloritzè

Supramonte di Baunei

16 aprile


Cala Goloritzè
Cala Goloritzè

Diario di viaggio

Partiamo e andiamo attraversiamo il Golgo fino alla voragine Su Sterru. Profonda 300 m è stata creduta a lungo la bocca di un vulcano finché i primi speleologi trovarono rocce incompatibili con quest'ipotesi. Secondo una leggenda, una volta un questa cavità viveva un drago che chiedeva periodicamente una vergine in tributo agli abitanti di Baunei. In mancanza dell'olocausto si vendicava spargendo il terrore e la morta tra la popolazione. Una volta, una vergine che si preparava ad immolarsi incontrò San Pietro, che le disse di non andare dal drago e di non aver paura, perché in futuro non avrebbe più nuociuto loro. Quando il drago si rese conto che la vergine non arrivava, infuriato si diresse verso Baunei. Tuttavia, vedendo che da una casa usciva una gran folla di persone, pensò che una singola casa conteneva tutta quella gente, si sarebbe trovato a mal partito contro tutte le altre persone che sarebbero uscite dalle altre. Così scese a più miti consigli e decise di di infierire più sugli abitanti di Baunei. In realtà, quella casa era la chiesa, da cui stava uscendo l'intero paese dopo la funzione domenicale: la loro religiosità fervente li salvò. In seguito a quest'episodio nacque la chiesa di San Pietro.
Prima che ci arriviamo, la nostra guida si procura alcune grosse pietre che poi provvede a lanciare nella voragine per farci sentire quant'è profonda. Tra il lancio e il primo impatto passeranno 5-10 secondi, un'eternità! Pensate solo a quanto va veloce una pietra pesante.
Più avanti passiamo attraverso un gruppo di pozze d'acqua dette Piscinas, che col pozzo visto ieri sono le uniche fonti d'acqua permanenti del Golgo.

Dopo una breve salita, intraprendiamo la discesa per Cal Goloritzè. La mulattiera scende regolare, solo a tratti ripida. Per la prima volta da un paio di giorni condividiamo il percorso con un po' di gente. Cala Goloritzè è un luogo celeberrimo e anche fuori stagione c'è gente che ci va.
Ci sono dei imponenti lecci secolari, con i rami grandi e intricati e radici che sembrano le rughe di un vegliardo. Ad un tratto tra le rocce e i lecci compare punta Caroddi, un'affusolata guglia conica dalle pareti lisce che si eleva a poca distanza dal mare. Un altro po' di discesa e siamo in vista di Cala Goloritzé. L'acqua del mare è trasparente, il colore irreale. La spiaggia è formata di piccoli sassi bianchi, che col sole creano una luminosità abbacinante. Un passaggio ricavato tra salti di roccia permette di giungere al mare. Alcuni non resistono alla tentazione del tuffo anche se l'acqua non è proprio tiepida. Purtroppo i cielo è molto nuvoloso, ma poi per brevi attimi il sole fa capolino. Sfrutto l'occasione per ripetere più veloce possibile le foto che avevo composto con cura, correndo anche a perdifiato tra le rocce verso un punto panoramico.
Impossibile lasciarsi scappare l'occasione di immortalare l'arco, i pietroni di conglomerato, l'acqua. Peccato solo che la mia macchina fotografica non abbia un grandangolo che mi consenta di abbracciare Punta Caroddi e il mare, ma rimedierò più tardi.

Dopo una lunga sosta risaliamo il pendio, per poi prendere un deviazione a sinistra che sale con decisione tra lecci secolari. Ad un certo punto prendiamo una traccia a sinistra (messo ometto) che risale ripida e porta ad un cuile. Lungo il percorso la guida ci mostra un terebinto, che è ancora spoglio ma tra un mese cominicerà a colorasi di rosso. Da qui la traccia prosegue ondulata verso il panorama più incredibile di tutto il trekking.
Improvvisamente ci troviamo di fronte ad un salto di oltre 500 metri che balza direttamente su Punta Caroddi e Cala Goloritzè e il loromare trasparente, con la vista che spazia su una linea di costa infinita che si perde tra la foschia all'orizzonte. Ci fermiamo per un bel po' a godere del panorama e a fare una marea di foto.

Ritornati al cuile, per strada e sentieri giungiamo al cuile Iribiddossili, dove ceneremo e passeremo la notte. Si tratta di un cuile ancora in attività, posseduto da oltre duecento anni dalla stessa famiglia. Naturalmente è stato modernizzato, ma i suoi ritmi di vita sono gli stessi di una volta. Innanzitutto è stato raggiunto da una strada, che consente di approvvigionarsi di acqua e inoltre il proprietario integra il reddito ospitando gruppi di persone che fanno trek o che vengono semplicemente lì a mangiare i piatti tipici della zona. Una cosa che mi ha colpito è che non usano più lo stomaco dei capretti come caglio, che comprano invece in farmacia, in quanto lo trovano migliore.
La sera assistiamo alla mungitura delle capre: Salvatore, il pastore, le afferra ad una ad una per le corna, si mette a cavalcioni con la testa volta verso le mammelle e poi le munge tenendole ferme con le gambe. Queste capre sono poco domestiche: sono abituate a vagare da sole per i monti e a tornare da sole all'ovile la sera. Di giorno è impossibile avvicinarle, e la solo selvatichezza è diventata proverbiale: quando una donna è irraggiungibile, la si definisce “capra di Baunei” (non giurerei che si tratta di un complimento). La carne di queste capre è particolare, perché non bevono mai, se non la rugiada del mattino; è molto soda e sa poco di capra e di selvatico.
Il cuile di trova su una delle alture più elevate della zona, ha la vista sul mare, ma soprattutto gode di una luce serale fantastica, paragonabile a quella dell'aurora di Cala Sisine.

Galleria fotografica

Asinelli quasi simmetrici
Asinelli quasi simmetrici
Asinello nel Golgo
Asinello nel Golgo
Voragine Su Sterru
Voragine Su Sterru
Piscinas
Piscinas
Piscinas
Piscinas
Le radici di un leccio
Le radici di un leccio
Punta Caroddi
Punta Caroddi
Punta Caroddi
Punta Caroddi
L
L'arco di Cala Goloritzè
Cala Goloritzè
Cala Goloritzè
Cala Goloritzè
Cala Goloritzè
Panorama da Punta Salinas
Panorama da Punta Salinas
Cala Goloritzè da Punta Salinas
Cala Goloritzè da Punta Salinas
Leccio
Leccio
Luce della sera al cuile Iribiddossili
Luce della sera al cuile Iribiddossili
Luce della sera su un leccio
Luce della sera su un leccio

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Sergio Chiappino

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