Pianellu-Sermanu

Boziu

6 giugno


Panorama da Pianellu
Panorama da Pianellu

Diario di viaggio

Al mattino risaliamo tutto il paese e, grazie all'aria che si è fatta più tersa, vediamo per la prima volta le montagne ancora bianche di neve.Una bella mulattiera nella macchia, con i muri di sostegno a secco, ci regala la vista sul paese che domina la valle. Valicata una dorsale, si scende in un ambiente più ombroso, fino ad un punto più aperto in cui la traccia si divide in mille rivoli. Bisogna prendere quello che porta ad un guado (segnato come ponte sulla carta) sul torrente, che scorre tra i biancospini fioriti e profumati. Si rimonta quindi su una dorsale collinosa, che va seguita per un lungo tratto. L'ambiente è incredibilmente diversificato. La macchia si alterna alle querce e ai castagni; da qualche versante più ombroso salgono fin qui i faggi. Gli ambienti si alternano in rapide successioni. Si procede così fino alla cappella di San Pancraziu, la porta di accesso al Boziu.
Da qui in poi si lascia la zona costiera e la vista si dirige decisamente verso l'interno. Poco dopo la cappella, lo sguardo spazia fino alla piana di Corte, anche se la città rimane nascosta. Si attraversano minuscoli borghi di case in pietra e se ne vedono altri dove sarebbe bello andare, se fosse possibile. Si alternano zone di bosco di castagno a ambienti più aperti di macchia, con belle fioriture del cisto bianco. Anche qui i tracciati sono belli nella macchia, ma rovinati dai cinghiali tra i castagni.

Si arriva così al convento di Alando, un paese più turistico, con un ristorante e qualche camera in affitto. Vorremmo mangiare presso la chiesa del convento, ma una ragazza vi ha portato i suoi asini al pascolo e per esperienza sappiamo quanto questi animali sono tanto simpatici quanto invadenti. Procediamo sulla strada fino a Alando, che sopra il paese ha una bella rocca assai panoramica, con tavola di orientamento. Attorno, un borgo diroccato di vecchie case in pietra ha un aspetto pastorale. Oltre alle cime della catena principale, spicca su una rocca la capella di Sant'Alesiu, che nella tappa successiva si vedrà dal basso, stagliarsi contro il cielo. Tutto il Boziu è assai aperto e panoramico. La rocca è protetta da un paio di cancelli che servono a tenere fuori gli animali. Mangiamo all'ombra, perché il sole picchia duro, in questo pomeriggio corso.
Si scende quindi ripidi in un bosco di lecci fino ad un torrente, presso il cui guado si vedono i resti di un vecchio edificio, forse un mulino, di cui è rimasta una struttura ad arco. Da Alando a Sermanu la mulattiera è di bella fattura, forse il tratto meglio conservato del trekking, a parte le gole del Tavignanu, dove è quasi una strada. Attraversa fianchi molto ripidi, sostenuta a valle da muri a secco e protetta analogamente a monte. Il muschio copre generosamente le pietre. In questo tratto a zone di bosco fitto si alternano zone più aperte. Nelle prime si vede qualche piazzola dei carbonai. In ambiente mediterraneo il leccio era la pianta più adatta a questa produzione. Al confine della macchia vediamo un esemplare di ipocisto rosso, una piantina priva di clorofilla, che vive parassitando le radici di cisto. Appeso a un cespuglio, troviamo un calzino da escursionismo, evidentemente grattato via dallo zaino dove era appeso ad asciugare. Pensando che sia dei francesi che ci hanno superato, lo raccogliamo per restituirlo, ma dopo due giorni, quando li ritroveremo al rifugio A Sega, scopriremo che non sono loro i proprietari. Ci resterà come souvenir della vacanza.
Vicino a Sermanu c'è da visitare la cappella di San Nicolau, i cui affreschi sono molto rinomati. Per entrare serve la chiave, che è disponibile in paese. Purtroppo una è alla posta, che a quest'ora è chiusa, l'altra è da una signora che non è in casa. Se non altro scopro che i corsi sono tutti molto gentili e disponibili a darmi indicazioni. Nonostante il mio francese consista nelle poche parole che ho appreso in questi giorni, sanno darmi le indicazioni giuste anche se purtroppo inutili. La tappa di domani è troppo lunga e non ci sentiamo di fare la deviazione per prendere e riportare le chiavi. Un'occasione sfumata.

La gîte è più in alto del paese, per cui ci tocca un'ultima erta salita, ripagata dal panorama di cui si gode da lì sulle montagne più alte dell'isola. La sera, le nubi che le avvolgevano di giorno si dissolvono e il gestore ce ne elenca i nomi in corso: quello della cima col vago aspetto di vulcano che ho dimenticato, il monte Incudine, il monte d'Oru, il monte Rotondo, il Cinto non ancora sgombro… Facendo due passi sulla strada in piano che prosegue ol tre la struttura, si può gettare lo sguardo verso i paesi attraversati oggi.
Per cena ci viene servito un classico dell'isola: l'omelette a la menthe, una frittata con il brocciu e le foglie di menta.

Galleria fotografica

Panorama da Pianellu
Panorama da Pianellu
Olmeta
Olmeta
Chiesa di Pianellu
Chiesa di Pianellu
Pianellu
Pianellu
Sentiero nella macchia
Sentiero nella macchia
Alando
Alando
San Nicolao
San Nicolao
Crepuscolo da Sermanu
Crepuscolo da Sermanu
Castagno
Castagno

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Sergio Chiappino

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